INDONESIA - SULAWESI - 1995
 
Un viaggio tra molti contrasti

L’Indonesia è per certi aspetti poco conosciuta o è spesso identificata con la sola isola di Bali, in realtà essa è rappresentata da un quantità di isole estremamente eterogenee sia per l’aspetto fisico e geografico, che per quello religioso e culturale. Sicuramente uno dei posti più interessanti che si possono visitare è situato nell’isola di Sulawesi ed è rappresentato dalla terra dei Toraja.
Questa popolazione vive abbastanza isolata ed è l’erede di una cultura ancora parzialmente sconosciuta; Cristiana, in un paese Islamico, vive di fatto un sincretismo religioso, che utilizza il Cristianesimo come copertura di una forma ancestrale di Animismo, che persiste tuttora.
Dopo un giorno di viaggio arriviamo in zona e troviamo una ragazza, che ci farà da guida per tre giorni, conducendoci attraverso le risaie in alcuni siti dove generalmente si svolgono le cerimonie funebri che impegnano, per più settimane, tutta la famiglia del defunto dedicata, tra una preghiera e l’altra, ad ospitare tutti quanti, a qualsiasi titolo, arrivano a presenziare queste funzioni.
Il costo di queste attività è elevatissimo, per le scarse risorse dei locali, alcune famiglie arrivano a rovinarsi economicamente, dopo aver risparmiato per mesi, tenendo il defunto imbalsamato in casa. Infatti la complessa cerimonia prevede la costruzione ex novo di una specie di villaggio, in una radura tra i boschi, costituito da capanne di bambù, sia per il defunto che per i familiari e gli ospiti.
Arrivati in piena cerimonia, tra lo sfavillio di colori dei vestiti e delle stuoie, incredibilmente sul catafalco si vede troneggiare un grosso arazzo, in materiale sintetico, rappresentante l’ultima cena.
Ci sediamo nella zona ospiti e subito iniziano a circolare ciotole con riso accompagnato da vari tipi di salse, mentre gli uomini portano pezzi di carne di bufalo e di maiale, che in continuazione viene fatta arrostire su grossi fuochi nella piazza principale del “villaggio”.
a scena, nonostante l’aspetto che rimane quello di una cerimonia religiosa, è abbastanza cruenta in quanto sia i bufali che i maiali vengono sgozzati (il sangue viene raccolto in canne di bambù ed offerto agli ospiti più importanti) e macellati sul posto, prima di essere arrostiti sulle braci.
La quantità di animali che vengono immolati è sempre elevata ed è direttamente proporzionale alle risorse economiche e definisce di fatto lo stato sociale della famiglia che, dopo la cerimonia, espone le corna dei bufali sulle travi di legno che sostengono la facciata della loro casa.
E’ difficile interpretare e cercare di capire queste manifestazioni, così diverse dalle nostre e così lontane dalla nostra cultura edonistica, dove l’avvenimento principale della vita di una comunità si esprime proprio nel momento più tragico, quello della morte. Ma forse non è corretto cercare di capire, sicuramente è più importante accettare quanto le altre culture ci propongono.